LA COLONNA INFAME

LA COLONNA INFAME

da Alessandro Manzoni

con Luca Radaelli e Filippo Ughi
Maurizio Aliffi alla chitarra elettrica

Dopo il felice lavoro “Il racconto dei promessi sposi” (Premio Eti 1998) Teatro Invito è tornato più volte sull’opera di Alessandro Manzoni.
La Storia della colonna infame viene considerata l’appendice e in un certo senso il completamento dei Promessi sposi e forse la sua opera più densa e matura.
Manzoni parla di tortura, inquisizione e peste per trattare dei temi a lui più cari: la giustizia, divina e umana, e il libero arbitrio, la scelta tra il bene e il male.

Si tratta di un commento agli atti del processo ai presunti untori della peste nel 1630. Ciò che si racconta è tutto vero, e noi ci immedesimiamo kafkianamente nei poveri malcapitati che vengono presi nell’ingranaggio, capri espiatori da dare in pasto a un popolo terrorizzato e furente. L’incubo ha inizio.

Nella nostra messinscena, la vicenda viene raccontata in modo serrato, come in un “legal thriller”. Le atmosfere vengono suggerite da inserti musicati e cantati. Una vera propria partitura, un concerto teatrale per voci e chitarra elettrica. Suoni, rumori e canti che richiamano preghiere, gemiti, urla.
In scena due leggii, una sedia e tre piantane di metallo che alludono a patiboli, macchine da tortura, croci.
Sullo sfondo l’attualità: la peste, una delle epidemie che ciclicamente ci minacciano; la “pazza paura di un attentato che… ha la trista virtù di far prendere per colpevoli degli sventurati”… torture, ingiustizie, processi sommari in corso anche oggi in tante parti del mondo. Perché “le istituzioni più assurde hanno sostenitori finché non sono morte del tutto, e spesso anche dopo, per la ragione stessa che sono potute vivere”.

RASSEGNA STAMPA

In mirabile sinergia i due attori (Valerio Bongiorno e Luca Radaelli) danno voce a un racconto che ha i tratti di un legal thriller: sono narratori, diventano personaggi, entrano ed escono dai ruoli alternando timbri vocali, canti della tradizione (bellissima la ninna nanna) e schegge di dialetto lombardo.

Gilda Tentorio, PAC Paneacquaculture

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