LA FIABA DELLO STRANIERO

LA FIABA DELLO STRANIERO

Un ragazzo venuto da lontano farà finalmente sorridere la principessa triste

di Luca Radaelli e Michele Fiocchi
con Matteo Binda e Gabriele Vollaro
regia di Luca Radaelli

Un ragazzo come tanti parte dal suo paese in cerca di fortuna. Attraversa il mare a bordo di un gommone per il quale non sono necessari i documenti. Arriva in città: in questa città è straniero e in quanto straniero viene maltrattato: la polizia lo vuole arrestare, il padrone lo vuole mal pagare.
L’attualità si mescola alla fiaba: il re ha emesso un bando: potrà sposare sua figlia chi riuscirà a farla ridere, ma a chi fallirà sarà tagliata la testa. Quando il nostro eroe arriva a corte, al suono della sua chitarra nessuno potrà fare a meno di danzare. La principessa finalmente ride. Ma il re non è contento di dare sua figlia a uno straniero, il nostro eroe dovrà suonare ancora e il re sarà costretto a danzare fino a non poterne più. Ora finalmente si può celebrare il matrimonio. Da cui nasceranno tanti bambini di sangue misto.

Con questo lavoro Teatro Invito prosegue nel cammino caratterizzato dalla contaminazione tra linguaggio teatrale e musicale. I due giovani attori raccontano questa storia accompagandosi con le chitarre elettriche. Ritorna anche l’attenzione ai temi dell’impegno sociale. In questo caso la mondialità (immigrazione, integrazione, multiculturalità). Un problema di stringente attualità viene affrontato attraverso la levità della fiaba tradizionale di cui si mescolano alcuni temi ricorrenti: la principessa che non ride, lo strumento musicale magico, lo straniero che riesce dove tutti hanno fallito.

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Rassegna stampa

I due attori/musicisti in scena affrontano il tema dell’immigrazione attraverso l’uso di una fiaba, in cui una principessa che non ride più viene salvata dalla musica di uno straniero. Il linguaggio quotidiano, i continui interventi comici dei due attori che raccontano la storia e infine la musica contemporanea aiutano a instaurare fin da subito un rapporto di vicinanza e complicità col pubblico, che segue con attenzione: nonostante la scelta della fiaba, tutto sembra – tragicamente – ambientato ai nostri giorni, ed è molto facile riconoscere nella figura del re razzista numerose personalità che i ragazzini del pubblico sembrano avere ben presente. Inoltre, la principessa che non ride più è un altro forte archetipo che cattura l’attenzione della sala. Sarà la musica del protagonista straniero a farla ridere, così come è la musica degli attori, che accompagnano lo spettacolo con pezzi di basso e chitarra, a far ridere il pubblico.

Matilde Marras, eolo on line

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