LA MERCE PIÙ PREZIOSA

LA MERCE PIÙ PREZIOSA
Dettagli aggiuntivi
- Teatro Libero
Pagina di dettaglio -
Luogo di recupero -
di Jean-Claude Grumberg
traduzione, adattamento e regia Beno Mazzone
con Giada Costa e Giuseppe Vignieri
luci Fiorenza Dado
La merce più preziosa è una romantica e poetica favola che vuole darci una visione diversa della Shoah, riducendone la portata drammatica in una prospettiva amorosa e incruenta.
I due attori in scena sono i cantastorie di questo racconto e si muovono in una scenografia essenziale fatta di tre rastrelliere per cappelli.
La merce più preziosa, parole con le quali i due protagonisti del racconto indicano la bambina trovata e lasciata dai genitori per salvarla dai campi di sterminio, viene così portato in scena come una fiaba popolare e l’elemento scuro e crudele dell’Olocausto viene vinto dall’amore supremo della famiglia e più ancora di una madre. Amore che, nato dall’incontro con la bambina, appare come la più preziosa delle merci. Alla luce di questa nuova speranza l’esercito nazista non appare con il suo nome bensì viene evocato quale antagonista degli eroi del racconto.
Lo spettacolo dona al pubblico dolcezza, divertimento, commozione e riflessione, portando l’attenzione sulla corporeità del testo senza aggiungere artifici scenici e sonori che potrebbero inquinarne la bellezza.
Il senso de La Merce Più Preziosa è allora racchiuso nelle parole dello stesso autore: “Ecco la sola cosa che merita di esistere nelle storie come nella vita vera: l’amore, l’amore che si dà ai bambini, ai propri e a quelli degli altri”.