INAUGURAZIONE “DIVERSITÀ E DEVIANZE” – Dialogo tra GAD LERNER e don WALTER MAGNONI

INAUGURAZIONE “DIVERSITÀ E DEVIANZE” – Dialogo tra GAD LERNER e don WALTER MAGNONI
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Luogo di recupero - Villa Mariani, via don Buttafava 54
“Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi”
Charles Evans Hughes
dialogo tra Gad Lerner e don Walter Magnoni
Gad Lerner, nato a Beirut da una famiglia ebraica, è uno dei giornalisti più apprezzati della televisione italiana, promotore e conduttore di formati tv che hanno fatto la storia del piccolo schermo. Dopo aver lavorato al quotidiano “Lotta continua”, a “Il Lavoro di Genova” e a “Il manifesto”, dal 1983 è inviato politico del settimanale “L’Espresso”. Dal 1993 al 1996 vicedirettore e, fino al 1998, corrispondente de “La Stampa”, è stato per alcuni mesi direttore del TG1 per la RAI (2000). Nel 2001 è passato all’emittente televisiva La 7, dove è rimasto fino al 2013 e dove ha condotto fino al 2012 il programma “L’infedele” e nel 2013 “Zeta”. Dal 2020 è una delle firme de “Il Fatto Quotidiano”. Numerosi sono i programmi di approfondimento che hanno fatto successo, oltre che i saggi pubblicati.
Uno spettro si aggira per il mondo: lo spettro dell’omologazione.
In ogni città e paese gli stessi negozi, le stesse mode, gli stessi cibi impongono gli stessi comportamenti, le stesse abitudini. Si impone un modello di eterna gioventù, di salute fisica ed efficienza che esclude e marginalizza chi non vi si attagli. Vecchiaia, malattia, povertà vengono rimosse dai lussuosi centri storici, nascoste alla vista in nome del “decoro”, considerate un intoppo all’efficienza delle nostre metropoli dove si è sempre di fretta.
A una società apparentemente permissiva se ne sovrappone un’altra che non sopporta la trasgressione, gettando lo stigma sulle categorie di persone che non si adattano ai nuovi modelli.
Nel recente dibattito politico è addirittura riemersa da un passato che sembrava lontano la parola “devianze” per esprimere la disapprovazione nei confronti di comportamenti contrari a una supposta “normalità”. Eppure, le biografie degli artisti sono piene di “deviazioni” rispetto ai tranquilli e rassicuranti canoni della vita “borghese”. Potremmo anzi affermare che non si diano arte né poesia, né creatività senza la capacità di andare oltre i limiti del quotidiano buon senso, senza infrangere le regole, senza perlustrare una profondità che non può non contenere anche l’illecito, il doloroso, l’eccentrico. Abbiamo perciò cercato nel panorama del teatro italiano gli spettacoli che ci offrissero diverse sfaccettature delle tante “anormalità”, indispensabile presupposto di qualsiasi ricerca originale.
Luca Radaelli, direttore artistico Teatro Invito